Steve McCurry è una delle figure più iconiche della fotografia contemporanea da oltre cinque decenni. Nato a Philadelphia, Pennsylvania, McCurry ha studiato cinematografia alla Pennsylvania State University prima di iniziare a lavorare per la testata giornalistica Today’s Post. Dopo due anni, McCurry ha affrontato il primo di quelli che sarebbero diventati molti viaggi in India. Con poco più di una borsa di vestiti e molte pellicole, si è fatto strada attraverso il subcontinente, esplorando il paese con la sua macchina fotografica.
Dopo diversi mesi di viaggio ha attraversato il confine con il Pakistan. In un piccolo villaggio, ha incontrato un gruppo di rifugiati dall’Afghanistan che lo hanno fatto passare di nascosto attraverso il confine nel loro Paese, proprio mentre l’invasione russa stava chiudendo le frontiere ai giornalisti occidentali. In abiti tradizionali, con una folta barba e lineamenti segnati dalle intemperie dopo mesi trascorsi con i Mujahidin, McCurry si è fatto strada attraverso il confine con il Pakistan con la sua pellicola cucita nei vestiti.
Le immagini di McCurry sono state tra le prime a mostrare al mondo la brutalità dell’invasione russa. Da allora ha continuato a creare immagini indimenticabili in tutti e sette i continenti e in numerosi paesi. Il suo corpus di opere abbraccia conflitti, culture in via di estinzione, antiche tradizioni e contemporaneità, conservando sempre l’elemento umano che ha reso la sua celebre “ragazza afgana” un’immagine così potente.
McCurry è stato insignito di alcuni dei premi più prestigiosi del settore, tra cui la Robert Capa Gold Medal. Più recentemente, la Royal Photographic Society di Londra gli ha conferito la Centenary Medal for Lifetime Achievement e nel 2019 è stato inserito nell’International Photography Hall of Fame.
Una mostra dove dominano incontrastate l’essenza della montagna e di luoghi remoti con l’anima dei loro abitanti.
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